Inaugurazione della mostra: “Nella penombra l’immagine inizia” di Letizia Prestipino. A cura di Livia Ruberti.

La mostra personale di Letizia Prestipino inaugurerà il 17 giugno 2025 presso lo spazio di via Gorani 5. La mostra raccoglie una selezione di opere che raccontano una ricerca pittorica intima e stratificata, incentrata sulla relazione tra corpo, luce e immagine. Il lavoro di Letizia Prestipino indaga la pittura come processo di rivelazione in cui costruisce spazi visivi abitati da corpi, cieli, paesaggi e memorie, spesso accomunati dall’uso dell’oilbar, una pittura ad olio densa che oscura e rivela al tempo stesso.

“Una cosa sola mi interessa osservare: il corpo, cioè la carne. Un corpo che beve luce e che languisce nello spazio. La carne è lo spazio.”


Con queste parole, Prestipino sintetizza il cuore della sua poetica: un’idea di pittura che non rappresenta ma interroga, che non mostra ma prepara alla visione. Il corpo diventa il luogo dove l’immagine inizia, dove la luce non illumina ma plasma, scoprendo i volumi nella penombra. Il percorso della mostra accompagna il visitatore attraverso le opere di quattro cicli di lavori che si parlano e si completano. Si inizia con Still Life, una serie di nature morte che non sono mai davvero immobili. Qui le forme si intravedono attraverso una sintesi di grigi, il segno è trattenuto e il corpo è suggerito dalla densità della materia pittorica. Dalle ombre della natura morta si passa alla luce rarefatta di Sky Place, una raccolta di porzioni di cielo. Le nuvole, l’aria, il cielo stesso diventano corpo: si fanno carne attraverso semplici pennellate di colore che danno centralità alla luce e spazialità al dipinto.

Con Mnemosyne il corpo ritorna, più diretto e concreto e le figure emergono dalla superficie come ricordi. Il gesto pittorico lavora il corpo come una memoria visiva dando forma a torsi, volumi e frammenti corporei nel chiaroscuro.
Infine, con Landscape, l’artista apre lo sguardo verso paesaggi indefiniti ma familiari. Non ci sono descrizioni dettagliate, ma segni e campiture che costruiscono spazi profondi in cui lo spettatore è chiamato a completare l’immagine con il proprio sguardo e la propria immaginazione e in mostra è presente un’opera di passaggio intitolata Colors of memory, in cui l’artista sposta lo sguardo dalle cromie che restituiscono profondità alla terra verso uno studio più analitico di segni, forme e frammenti, aprendo a una riflessione più essenziale e strutturale sul linguaggio della pittura.

Con “Nella penombra l’immagine inizia”, Letizia Prestipino propone una pittura che non dà risposte, ma genera domande: su cosa vediamo, su quando qualcosa diventa visibile, sul ruolo della luce nel rendere la carne, e l’immagine, presenti.

Livia Ruberti

Torna in alto